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Ogni maledetto lunedì

Nell’ultimo banco della scorsa settimana cercavo nel primo lunedì ordinario dell’anno quella Luna a cui è dedicato, addirittura un po’ di luna di miele. Oggi è un lunedì qualsiasi e quelle parole sono già lontane. Non resta allora che fare un gioco, perché giocare è la scorciatoia per rinnovare la vita, nel gioco infatti si cerca, come nel vivere, l’introvabile equilibrio tra destino (le regole) e libertà (le scelte), per questo diciamo della vita che «ce la giochiamo».

Cerco allora il 15 gennaio su Wikipedia e scopro che non è stato un giorno qualunque. Scelgo a caso. Parlando di politici, nel 69 d.C., anno in cui Roma ebbe quattro imperatori, fu ucciso Galba, acclamato pochi mesi prima per sostituire il folle Nerone. Le sue scelte furono inevitabilmente impopolari e fu ammazzato mentre chiedeva: «Ma che male ho fatto?». In questo giorno Elisabetta I fu incoronata regina di Inghilterra: regnò dal 1558 al 1603, il periodo più sorprendente della storia inglese. Nel 1970 Gheddafi fu proclamato premier della Libia e nel 1975 il Portogallo rese indipendente l’Angola. Parlando di edifici: nel 1759 fu inaugurato il British Museum e nel 1943 fu completato il Pentagono, sede del Dipartimento della difesa Usa. In ambito sportivo nel 1892 il professor James Naismith creò le regole della pallacanestro e nel 1967 fu disputato il primo Super Bowl. È solo l’inizio: che altro?

Nel 1945 fu fondata l’agenzia di stampa ANSA che in quello stesso giorno, ma nel 1968, diede la notizia del tremendo terremoto del Belice, in Sicilia. Nel 1971 fu inaugurata la Diga di Assuan sul Nilo e nel 1973 il presidente Nixon annunciò la fine delle azioni offensive in Vietnam; un anno dopo Happy Daysdebuttò in tv. Nel 1987 uno spot fu inserito in un film in videocassetta. Nel 1993 fu catturato il boss Salvatore Riina, dopo una latitanza che durava dal 1969. Nel 2001 apparve in rete proprio Wikipedia, l’enciclopedia collaborativa da cui sto traendo questi dati. Nel 2005 arrivarono sulla Terra le foto della sonda Huygens su Titano, satellite di Saturno. Nel 2008 alcuni studenti e docenti dell’università La Sapienza di Roma manifestarono contro papa Benedetto XVI che annullò la lezione che era stato invitato a tenere. Nel 2009 il volo USAirways 1549 riuscì in un ammaraggio di emergenza nel fiume Hudson, a New York, senza morti (forse ricorderete Sully, film di Clint Eastwood con protagonista Tom Hanks).

Si tratta solo di alcuni esempi tratti dalla storia ufficiale, utili a mostrare che, in qualche modo, quello che poteva sembrare un giorno qualunque ha influito o influisce ancora su di noi: chi non usa Wikipedia o, anche senza saperlo, l’Ansa? Chi non ha visto Happy Days? Chi non ha giocato a pallacanestro? Proprio la pallacanestro mi riporta all’essenza del giocare. Gli antropologi spiegano che giocare ci appassiona perché amiamo essere creativi e lottare all’interno di limiti precisi: che divertimento ci sarebbe nel calcio se tutti cominciassero a prendere la palla con le mani?

Nel gioco i limiti esaltano l’abilità. Ed è così anche nella vita. Infatti nel gioco che stiamo facendo adesso al posto del comandante Sully o di Nixon ci siamo noi come attori di questo lunedì 15 gennaio 2024, l’unico che ci sarà nella storia dell’umanità: che cosa faremo di «immortale» nei limiti di queste 24 ore? Con immortale intendo ciò che cambierà il corso della storia. Non parlo di gesta epiche ma di qualsiasi azione in cui siamo insostituibili, da una carezza che solo noi possiamo dare a una frittata che solo noi possiamo cucinare. Ogni scelta infatti dà alla storia un corso differente. Qualcuno forse ricorderà il furbo film dal titolo Lola corre(1998), un esercizio di stile che all’inizio recita così «Ogni giorno dovete prendere una decisione che può cambiare la vostra vita». Nel film una ragazza deve infatti decidere che cosa fare in una situazione tragicomica di vita o morte, e la stessa narrazione si ripete per tre volte con finali molto diversi perché ogni volta Lola, la ragazza, fa una scelta differente, una trovata che dal famoso Ricomincio da capo (1993) con Bill Murray al fantascientifico Edge of tomorrow (2014) con Tom Cruise ha nutrito molte trame.

Il momento della scelta è infatti l’appuntamento con la felicità, quando la libertà viene impegnata in modo insostituibile e irripetibile. Tutte le scelte in cui sono sostituibile non sono vere e proprie scelte: per questo spesso amiamo sparire nella massa, per starcene tranquilli, salvo poi volerne emergere a tutti i costi, per soffocamento o noia.

E allora immaginiamo che oggi sia il giorno in cui grazie a un lungo lavoro il governo potrà varare una riforma decisiva per rendere il sistema sanitario più accessibile, e il sistema scolastico meno burocratizzato, una di quelle riforme che passano alla storia con il nome del ministro che l’ha voluta. Così oggi un professore potrà dedicarsi ad aiutare uno studente in difficoltà invece di compilare un modulo che nessuno leggerà e un paziente otterrà una visita urgente per la settimana successiva.

Dei capi di Stato firmeranno un armistizio in una delle guerre in corso. Qualcuno darà dell’acqua alla pianta morente o raccoglierà la cacca che il proprio cane ha lasciato anche se nessun altro l’ha visto. C’è chi scriverà una lettera a una persona a cui vuol bene ma con cui il dialogo si è interrotto. E qualcun altro inizierà a leggere il libro che aspetta sul comodino da mesi; cucinerà una cena che nessuno si aspetta; metterà via il cellulare per il tempo di quella cena concentrandosi sul viso degli altri e sui loro racconti. C’è chi inventerà qualcosa di nuovo o parlerà un po’ con il cassiere/a, farà meglio l’amore o anche solo un sorriso.

Insomma, oggi, lunedì 15 gennaio 2024, si potrebbe vivere in modo unico, perché di fatto è l’unico lun 15/01/24 della storia, e quindi l’adagio «vivi come se questo giorno fosse l’ultimo» non dice altro che «questo giorno è l’ultimo perché è l’unico». Cerchiamo gioie senza fine ma siamo mortali, e così l’infinito è nella profondità con cui facciamo esperienza del finito: la quantità di senso che ha qualcosa che impegna libertà e creatività in uno spazio-tempo limitati (due ore di social o due ore con un amico?). Questo è «giocarsi» la vita. E anche se non dovessimo finire su Wikipedia, potrebbe essere un lunedì di indimenticabili gesta e memorabili gesti. Saranno tali magari non perché eclatanti o perché abbiamo vinto, ma perché l’unico insostituibile protagonista che avrebbe potuto compierli non si è tirato indietro dal gioco: tu.

Fonte: Alessandro D’Avenia | Corriere.it

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