Il ringraziamento di Sinner ai genitori, un omaggio alla famiglia
— 30 Gennaio 2024
— pubblicato da Redazione. —
A distanza di giorni la vittoria di Jannik Sinner agli Australian Open conquista ancora i titoli di giornale e impazza sui social. E il motivo di tanto parlare non sta solo nel successo prettamente sportivo. Fresco di consegna del trofeo, il tennista altoatesino ha voluto fare un ringraziamento speciale alla sua famiglia, dimostrando una saggezza non comune nel ricordare chi ha contribuito in origine al raggiungimento dei suoi obiettivi. In particolare, ha ringraziato i genitori per avergli lasciato la libertà di scegliere. Quella che oggi Jannik Sinner percorre è infatti una strada che avrebbe potuto prendere molte direzioni.
Classe 2001, dobbiamo immaginare il tempo di Sinner bambino diviso tra tanti sport. I genitori, Hanspeter e Siglinde, lavoravano rispettivamente come cuoco e collaboratrice nel Rifugio Fondovalle in Val Fiscalina e seguivano la crescita del figlio senza ingerenze. Ciò non significa non guidare o eccedere in permissivismo, ma osservare e considerare il proprio figlio come altro da sé dalle scelte più piccole a quelle più grandi. Diviso tra tennis, calcio e scii, Sinner ha riportato successi notevoli soprattutto in quest’ultimo: è diventato campione nazionale di categoria e ha vinto il trofeo Topolino, come Alberto Tomba, per intenderci. Poi a 13 anni ha lasciato lo scii e il calcio per dedicare tutte le sue energie al tennis. Immaginiamo lo stupore dei genitori nel vedere il figlio campione di scii abbandonare tutto.
Quando pensiamo a uno sportivo di tale calibro, immaginiamo che abbia vissuto un’infanzia e un’adolescenza con alle spalle il pressing di una famiglia che incanala, direziona e tiene sotto controllo il piccolo campione. Sembra non essere stato il caso di Sinner, che ha dichiarato: «Auguro a tutti di avere dei genitori come i miei, mi hanno sempre permesso di scegliere, non mi hanno mai messo sotto pressione anche quando praticavo altri sport. Auguro a tutti i bambini di avere quella libertà che ho avuto io». A giudicare dalla visione di genitori iper ansiosi che dagli spalti delle competizioni sportive stanno col fiato sul collo dei propri figli, la libertà che i genitori di Sinner hanno saputo concedergli è straordinaria quanto la prima vittoria di un italiano agli Australian Open.
Guardando la storia a ritroso, oggi possiamo dire che la sua famiglia abbia avuto la giusta intuizione. E non perché sia diventato un campione di tennis – con buona probabilità, se avesse continuato con lo scii, sarebbe stato comunque un successo -, ma perché nello sguardo del giovane tennista si intravedono l’impegno e il sacrificio, ma soprattutto la fiducia nelle sue radici. Ed è con la totale fiducia di chi ci guida, senza l’intralcio di pesi imposti, che si raggiungono i risultati più alti.
Fonte: Federica di Vito IlTimone.org
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