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Le clamorose scoperte scientifiche del ‘900 che “mostrano” la firma di Dio nell’universo

Un grande scienziato francese, Louis Pasteur (1822-1895). espresse questa convinzione: “Un po’ di scienza allontana da Dio, ma molta riconduce a Lui”.

Sembra la profetica descrizione di ciò che sarebbe poi accaduto nel Novecento, quando un’eccezionale quantità di scoperte scientifiche, sia nel microcosmo che nel macrocosmo, ha spazzato via il positivismo ottocentesco spalancando (letteralmente) la ragione all’idea di Dio come la spiegazione più logica della stupefacente architettura del cosmo e della vita sulla terra.

Questo dimostra il libro di Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies che in Francia è diventato un best-seller (ha venduto centinaia di migliaia di copie) e che è appena stato tradotto con il titolo Dio. La scienza, le prove. L’alba di una rivoluzione, edito da Sonda (pp. 612, € 24).

L’idea che la scienza del Novecento (con scoperte come la teoria della relatività di Einstein, il Big Bang, la meccanica quantistica, il Dna) abbia completamente capovolto l’orizzonte, documentando l’esistenza di un “disegno intelligente” e consolidando la razionalità dell’idea di Dio creatore, è già stata argomentata da diversi pensatori.

Basti ricordare l’affascinante riflessione di un grande filosofo – Accademico di Francia – come Jean Guitton che pubblicò nel 1991 Dio e la scienza con Igor e Grichka Bogdanov.

O il caso, clamoroso, di Antony Flew, il filosofo che fu, dagli anni Cinquanta, il simbolo mondiale dell’ateismo filosofico-scientifico da lui argomentato in saggi e libri molto studiati e diffusi. Flew, nel 2004, durante un convegno a New York, dichiarò pubblicamente di aver capovolto le sue idee essendosi convinto razionalmente dell’esistenza di Dio e precisando che questa sua certezza era “basata sull’evidenza scientifica” (in particolare la sua totale revisione si basò su Einstein e sulla scoperta del Dna).

Quel 9 dicembre 2004 l’Associated Press fece un lancio con questo titolo: “Celebre ateo adesso crede in Dio”. Nel libro There is a God scritto con Roy Abraham Varghese (HarperCollins 2007) Flew spiegò: “La mia scoperta del Divino è stato un itinerario (pellegrinaggio) della ragione e non della fede”.

Il libro, appena uscito, di Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies, è un’ampia esposizione delle diverse scoperte scientifiche che hanno impresso questa svolta radicale alla riflessione su Dio e la scienza.

I due autori, entrambi ingegneri (uno dei due è il fratello dell’imprenditore Vincent Bolloré), spiegano: “questo libro è il risultato di un lavoro di ricerca durato più di tre anni e svolto con l’aiuto di 20 specialisti” per “ragionare sulla questione dell’esistenza di un dio creatore, una questione che oggi si pone in termini completamente nuovi”.

Una prefazione – accanto a quella del professor Antonino Zichichi – è firmata dal Premio Nobel per la Fisica Robert W. Wilson che, nel 1964, con Arno Penzias scoprì la radiazione cosmica di fondo, considerata l’eco del Big Bang nell’universo.

Wilson scrive: “Nell’ipotesi dell’Universo stazionario sostenuta da Fred Hoyle, mio professore di cosmologia al CalTech, l’Universo è eterno e non si pone la questione della sua creazione. Ma se, al contrario, come suggerisce la teoria del Big Bang, l’Universo ha avuto un inizio, allora non possiamo evitare la questione della creazione. Come la maggior parte dei miei colleghi, all’inizio della mia carriera ero convinto che l’Universo fosse eterno. Ero persuaso che il cosmo fosse sempre esistito e la questione della sua origine non si poneva proprio. Non sapevo però che nel giro di poco tempo avrei scoperto per caso qualcosa che avrebbe cambiato per sempre il mio punto di vista sull’Universo”.

Wilson era impegnato in esperimenti per “cercare un alone attorno alla Via Lattea”, così “individuammo la presenza inattesa e inconfutabile di un eccesso di ‘rumore’ captato dall’antenna. All’epoca eravamo ben lontani dal renderci conto che quel misterioso ‘rumore’ non poteva essere altro che l’eco della creazione dell’Universo”.

Molto interessanti le pagine del libro sulle “persecuzioni ideologiche contro gli studiosi del Big Bang” (e della fisica di Einstein) sia da parte del sistema sovietico che del regime nazista.

Riassumere l’enorme quantità di dati che il libro fornisce è impossibile. Pagine suggestive sono quelle che riportano i pensieri dei maggiori scienziati del Novecento che, anche quando hanno idee agnostiche, non possono che riconoscere le prove schiaccianti – sia nel macrocosmo che nel microcosmo – di un ordine e di una Mente che ha calibrato tutto alla perfezione per rendere possibile la nascita e lo sviluppo dell’universo (che era assai improbabile), di un (sorprendente) pianeta abitabile come la terra e, qui, il sorgere della vita che – anche per il più semplice organismo unicellulare – è una possibilità su miliardi (impossibile come evento casuale).

Riporto – come esempio – dei pensieri di Einstein: “Chiunque sia seriamente impegnato nel progresso delle scienze diventa cosciente della presenza manifesta di uno spirito immensamente superiore a quello umano, di fronte al quale dobbiamo tutti sentirci umili a causa delle nostre modeste capacità”; “Penso che l’intelligenza dell’Universo sia un miracolo o un mistero eterno. […] Qui sta il punto debole degli atei di professione, felici perché pensano di avere liberato l’Universo non solo da ogni componente divina ma anche da ogni componente miracolosa”; “Non sono ateo e non credo di potermi definire panteista. […] Ciò che mi separa dalla maggior parte di coloro che vengono chiamati atei è il senso di un’umiltà totale di fronte ai segreti inaccessibili dell’armonia del cosmo”.

Infine una precisazione. Su “La Lettura” del Corriere della sera, Stefano Montefiori ha intervistato i due autori del libro a cui chiede: “La Chiesa non ha mai visto di buon occhio i tentativi di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso la ragione e la scienza”. Bolloré risponde: “Per molte ragioni…”.

È vero l’esatto contrario. Basta ricordare le cinque prove dell’esistenza di Dio di san Tommaso d’Aquino. Ma addirittura il Concilio Vaticano I nella Costituzione dogmatica Dei Filius dichiara solennemente: “Se qualcuno dirà che l’unico vero Dio, nostro Creatore e Signore, non può essere conosciuto con certezza dal lume naturale della ragione umana, attraverso le cose che da Lui sono state fatte: sia anatema”.

Del resto i filosofi greci c’erano già arrivati con la sola ragione. Il cristianesimo, oltre all’esistenza di Dio, annuncia che Dio si è fatto uomo. Questa è la sua (buona) notizia.

Fonte: Antonio Socci blog.it

 

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