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L’evoluzionismo non è una scienza

Riportiamo un articolo del famoso scienziato italiano Antonino Zichichi apparso sul numero 184 (aprile-giugno 2024) della rivista Radici Cristiane.

Non esiste alcuna equazione che descriva la teoria dell’origine della vita e dell’Evoluzione Biologica della Specie Umana. Né esistono esperimenti riproducibili in laboratorio che possano essere usati come base matematica per dare credibilità scientifica alle teorie sulle origini della vita.

Una teoria, fino al momento in cui qualcuno non riesce a formularla in modo rigorosamente matematico, resta fuori dalla Scienza. È, pertanto, priva di fondamento scientifico la pretesa che l’origine della vita e l’Evoluzione Biologica della Specie Umana (EBSU) siano verità scientifiche.

Siamo dinanzi a teorie formulate usando le parole, non il linguaggio matematico fatto di formule. E non è tutto. Alla base di queste “parole” non ci sono risultati riproducibili e cioè esperimenti che siano al primo livello di credibilità scientifica come insegnano Archimede e Galilei.

La cultura dominante ha posto il tema dell’evoluzione biologica della specie umana sul piedistallo di una grande verità scientifica in contrasto totale con la Fede. Eppure, l’evoluzione biologica della specie umana non avrebbe mai portato l’uomo sulla Luna. Né a viaggiare con velocità supersoniche. Tanto meno a scoprire la Scienza. L’evoluzione biologica della specie umana ha fatto ben poco. Anzi, assolutamente nulla. L’uomo è esattamente com’era diecimila anni fa.

Gli evoluzionisti dicono che questo è ovvio e che loro hanno sempre detto e ripetuto che i tempi tipici dell’evoluzione umana sono milioni, diecine di milioni di anni. Gli evoluzionisti parlano come se un milione o dieci milioni di anni fossero il risultato di una previsione teorica legata a un’equazione. Se la teoria evoluzionista avesse basi scientifiche serie, essa dovrebbe essere in grado di predire il valore esatto dei tempi che caratterizzano l’evoluzione umana.

L’evoluzionismo pretende di essere scienza

L’evoluzione biologica della specie umana viene usata costantemente per mettere in discussione i valori trascendentali della nostra esistenza. L’atto mistificatorio sta nella presunta esistenza di prove rigorosamente scientifiche che sono lungi dall’essere presenti in questo settore tanto delicato quanto importante della nostra esistenza materiale. Per la cultura dominante è come se la Scienza avesse dimostrato in modo rigorosamente riproducibile che l’uomo discende dalla stessa specie animale che dette poi vita alle scimmie. Si fa assurgere la Teoria della Evoluzione Biologica della specie umana a capitolo fondamentale della Scienza e la si pone in contrasto con l’atto di Fede. Ritorniamo alla domanda fondamentale: come la mettiamo con il passaggio dalla materia inerte alla materia vivente? Problema che, io sostengo, deve essere studiato in modo rigorosamente scientifico. Che abbia ragione lo dimostra il fatto che ci sono, oggi, nel mondo centinaia di laboratori, alcuni dei quali addirittura segreti, in cui si studia “The problem of minimal life”; il problema detto “della vita minima”. Cosa vuol dire? È molto difficile studiare come si fa a passare dalla pietra alla rondine. Pietra e rondine sono realtà estremamente complicate. Passare dalla pietra al gatto, all’uccellino, a forme di vita meno complesse, come sono i moscerini e altri esseri viventi più piccoli è sempre troppo complicato. “The problem of minimal life” è il passaggio da un pezzettino molto piccolo di materia inerte al più semplice tipo di materia vivente. Il problema si riduce a studiare quanti pezzettini di piccolissime cose inerti dobbiamo avere per produrre l’esempio più semplice di cellula vivente. C’è qualcuno che lo sa fare? Nessuno. Ecco perché ci sono centinaia di laboratori che studiano il Secondo Big Bang, detto “The problem of minimal life”. Se l’evoluzionismo biologico fosse Scienza, questo problema sarebbe stato già risolto. E l’EBSU sarebbe Scienza Galileiana di primo livello. Invece alla base dell’EBSU ci sono soltanto “parole”. L’EBSU va messa a confronto con i tempi dell’evoluzionismo culturale. Quanti milioni di anni dovremmo aspettare affinché l’evoluzione biologica porti un’aquila a volare con velocità supersoniche? Un gattino a vedere la faccia nascosta della Luna?

E quanto tempo dovremmo aspettare prima che i nostri posteri possano studiare con altre forme di materia vivente – aquile e gatti – la Logica che regge l’Universo, dal cuore di un protone ai confini del Cosmo? L’evoluzionismo culturale batte quello biologico.

L’uomo non è un animale come gli altri

Gli evoluzionisti affermano di sapere che l’uomo è certamente un animale come tanti altri. Così non è. La specie animale cui noi apparteniamo è dotata di un privilegio unico: la Ragione. È grazie a questo privilegio che siamo riusciti a inventare la memoria collettiva (scrittura), a scoprire la logica rigorosa (matematica), e a scoprire che non siamo figli del caos ma di una struttura logica formidabile. Le cui basi sono: tre colonne e tre forze fondamentali.

Platone, Aristotele, Galilei non sono più con noi. È grazie alla invenzione della scrittura che possiamo sapere cosa pensavano i nostri antenati. I leoni, gli elefanti, le aquile, le scimmie, tanto citate dagli evoluzionisti, non hanno lasciato tracce di memoria collettiva. I leoni non hanno saputo scoprire il Teorema di Pitagora né se esiste il Supermondo.

Un argomento forte dell’evoluzionismo sono le caratteristiche comuni alle innumerevoli specie animali. Ce n’è una di gran lunga più importante. Essa è comune, non solo alle forme di materia vivente, ma anche a quelle di materia inerte. Questa radice comune l’abbiamo scoperta noi fisici. Una pietra, un albero, un’aquila, un uomo sono fatti con le stesse particelle: protoni, neutroni ed elettroni. Non per questo noi fisici traiamo la conclusione che pietre, alberi, aquile e uomo sono realtà identiche. La diversità della nostra specie è straordinariamente unica: nessuno la sa dedurre in modo rigoroso da principi fondamentali legati a equazioni e ad esperimenti riproducibili. Ecco perché nessuno si può arrogare il diritto di avere “scoperto la vera origine della nostra specie”. Nessuno che sappia cosa vuol dire Scienza oserebbe fare simili affermazioni.

C’è chi pretende di avere dimostrato che l’EBSU ha radici nel rigore scientifico. Se io usassi lo stesso rigore di cui parlano gli evoluzionisti, potrei dire che il Supermondo esiste. Infatti, di esso conosco le equazioni e con esse ho saputo scoprire un fenomeno nuovo (in sigla EGM: Evolution of Gaugino Masses) che permette di prevedere tanti dettagli molto importanti sulla struttura del Supermondo.

L’evoluzionismo e la scienza galileiana

Pur avendo elaborato la struttura matematica di questa nuova e formidabile ipotetica realtà, non posso dire se esiste il Supermondo in quanto manca all’appello la prova sperimentale di stampo galileiano. E Galilei insegna che non basta la matematica per sapere com’è fatto il mondo: ci vuole la prova sperimentale riproducibile. L’evoluzionismo biologico della specie umana non si basa su alcuna formulazione matematica, né su alcuna prova sperimentale di stampo galileiano. E Galilei insegna che dove non ci sono né formalismo matematico né risultati riproducibili, non c’è Scienza.

Gli evoluzionisti affermano – come detto in apertura – che l’EBSU è l’ultima frontiera della Scienza galileiana. Essi non sanno che ci sono problemi molto più semplici cui la Scienza galileiana non sa dare risposta. Ho già detto prima che sono impegnato da anni a cercare di dare una risposta certa a questo capitolo fondamentale della ricerca scientifica galileiana. Fintantoché non sappiamo rispondere a domande semplicissime com’è quella sulla esistenza del Supermondo solo i sostenitori della cultura pre-galileiana possono illudersi di avere capito “la vera origine della nostra specie”.

Se Galilei fosse con noi chiederebbe a questi studiosi di scrivere l’equazione in grado di sintetizzare in modo rigoroso questa “vera origine” e di dirgli quali sono i risultati sperimentali “riproducibili” che hanno corroborato la validità della vostra equazione. Ai sostenitori dell’evoluzionismo biologico della specie umana Galilei non farebbe altro che ribadire il suo insegnamento: senza equazioni ed esperimenti riproducibili non c’è Scienza. L’EBSU non è scienza di stampo galileiano esattamente in quanto è priva delle condizioni galileiane indispensabili affinché un’attività di ricerca possa essere qualificata col marchio della Scienza galileiana.

La Cultura Dominante ha fatto credere al grande pubblico che l’origine della vita e l’evoluzione biologica della specie umana siano verità scientifiche di stampo galileiano. Precisiamo che le verità scientifiche di stampo galileiano hanno tre livelli di credibilità e che l’evoluzione biologica della specie umana è sempre stata ed è ancora oggi sotto il livello minimo di credibilità scientifica. Pretendere di avere capito un fenomeno che non riesce ancora a essere formulabile in termini di rigore logico-matematico tale da essere inserito al livello pur minimo (terzo) di credibilità scientifica ed estenderlo alla specie umana – come fanno i fanatici dell’evoluzionismo – è contro tutto ciò che la Scienza galileiana ci ha permesso di scoprire e capire. Galilei insegna che, fino a quando di equazioni non ce n’è nemmeno una, non si può parlare di Scienza. Infatti, se tutto è Scienza nulla è Scienza. Non è un dettaglio banale. Tanto è vero che ci sono voluti tremila anni, dai greci a Galilei, per arrivarci, e ancora oggi c’è chi non l’ha capito e insiste nel confondere le parole con le equazioni. Il dibattito scientifico in prossimità del Giubileo deve trattare temi legati alla vera grande Scienza non a settori della ricerca che ancora oggi non sono riusciti a superare il livello minimo di credibilità scientifica.

Fonte: BlogPadreLivio.it

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