La preoccupante situazione di degrado materiale, morale e culturale che sta interessando i minori è Italia è stata oggetto dell’audizione tenuta dal dott. Antonio Sangermano – Capo del dipartimento per la giustizia minorile e di comunità – il 2 luglio scorso dinanzi alla Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.
L’intervento del dott. Sangermano – che ha fornito un’attenta e precisa analisi della situazione degli Istituti penali minorili, delle criticità del sistema penitenziario minorile e dell’aggravamento del fenomeno della devianza minorile – ci fornisce lo spunto per fare una riflessione più ampia sull’allarmante diffusione dell’uso di sostanze stupefacenti e/o psicotrope (spesso associate all’uso di alcol) anche tra i giovanissimi.
1. Quadro generale
In Italia lo scenario generale di diffusione del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope nel 2023 si è caratterizzato per l’aumento del contenuto medio di THC (tetraidrocannabinolo) nei prodotti derivanti dalla cannabis, passato dal 7,4% al 29%, dal 2016 al 2023, per la crescita esponenziale del traffico e del consumo di cocaina (nel 2023 sono state sequestrate ben 20 tonnellate di cocaina) e per la preoccupante diffusione delle nuove sostanze psicoattive (NPS) che, essendo composti sintetici facilmente manipolabili, sfuggono spesso ai controlli, in quanto difficili da rilevare e quindi da classificare, con conseguenze considerevoli (basti pensare che solo nel 2023 sono state inserite 48 nuove sostanze stupefacenti nelle Tabelle ministeriali).
2. Il consumo tra i giovani
I dati[1] sono ancora più allarmanti per quanto riguarda i minorenni: nel 2023 sono quasi 960 mila i giovani tra i 15 e i 19 anni che riferiscono di aver consumato almeno una volta nella vita una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680 mila solo nel corso dell’ultimo anno (cioè, pari al 28% della popolazione studentesca).
Soffermandoci, poi, sul consumo circoscritto al 2023, esso riguarda non solo la cannabis (quasi 550mila studenti), ma anche le NPS come la chetamina (160mila), sostanze stimolanti come amfetamine, ecstasy e MDMA (quasi 150mila), allucinogeni (quasi 49mila), cocaina (quasi 54mila) e oppiacei come l’eroina (quasi 30mila), senza tralasciare il fatto che molti studenti riferiscono di aver consumato anche più di una sostanza psicoattiva (oltre 180mila).
Tra questi, poi, bisogna precisare che purtroppo vi sono anche coloro che ne fanno un consumo frequente: i valori – calcolati su un numero di almeno 10 volte negli ultimi 30 giorni – si assestano tra lo 0.9 e lo 0,4% (relativamente alle singole droghe), per un totale che raggiunge il 4,9% (a causa del consumo maggiore di cannabis che sale a 20 o più volte al mese).
Del pari degna di rilievo è anche l’età media dei consumatori che si abbassa, con specifico riferimento alla cannabis, scendendo anche al di sotto dei 14 anni.
3. Conseguenze, violazioni e reati
Il consumo di tali sostanze – anche se saltuario – non è mai senza effetti.
Si riportano, infatti, di seguito le possibili conseguenze da un punto di vista sia medico che legale.
Per quanto concerne il primo aspetto, nel 2023, degli 8.596[2] accessi registratisi in Pronto Soccorso per patologie collegate direttamente alla droga, il 10% erano minorenni interessati da episodi di psicosi indotta da droghe (45%) o di abuso di droghe senza dipendenza (51%), di cui il 12% è esitato poi in ricovero ospedaliero (anche nel reparto di psichiatria e di terapia intensiva).
Inoltre, nel 2023, dei 227[3] decessi rilevati dovuti a intossicazione acuta da sostanze stupefacenti (principalmente cocaina, eroina e metadone), il 6,1% ha riguardato giovani con meno di 25 anni.
Per quanto concerne, invece, l’aspetto legale, si è registrato un aumento del numero dei minori segnalati per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale (ai sensi dell’art. 75 DPR n. 309/1990), e, più in generale, del 12% delle persone segnalate, prevalentemente per cannabis e derivati (ben il 97%).
Le segnalazioni dei minorenni si sono concluse il più delle volte con l’invito formale da parte del Prefetto a non far più uso di sostanze stupefacenti, mentre il 34% ha condotto all’applicazione di una sanzione amministrativa.
Passando, invece, alla commissione dei reati correlati all’uso di droghe (artt. 73-74 DPR n.309/1990), nel 2023 sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria complessivamente circa 27 mila persone, di cui il 4,5% minorenni, registrando un aumento del trend del 10% rispetto al 2022. Tali denunce si sono trasformate, poi, in procedimenti ex art. 73 DPR n. 309/1990 (reato di produzione, traffico e detenzione di sostanze psicotrope) a carico di 170.292 persone, di cui il 4,7% sono minorenni; alcuni di essi sono stati condannati anche con sentenza definitiva (circa il 2% su 97% delle condanne registrate).
In linea generale, i giovani tra i 14 e i 25 anni che nel 2023 hanno commesso il reato prima del raggiungimento della maggiore età, con imputazione di reati droga-correlati sono stati 3.764[4], pari al 17% delle persone in carico ai Servizi Sociali per Minorenni. La percentuale dei giovani in carico ai Servizi sociali per reati droga-correlati (trattasi prevalentemente del reato ex art. 73 DPR n. 309/90) è gradualmente aumentata dal 2013 al 2020, passando dal 17% al 20%.
Per offrire loro, però, un’opportunità di riparazione rispetto al reato commesso, si è fatto ricorso soprattutto alle misure alternative della detenzione, disponendo l’inserimento negli Ipm come extrema ratio (circa il 15% degli inserimenti totali, anche se il dato è in leggera crescita rispetto al triennio precedente).
4. Percezione del rischio
In generale, il problema della diffusione dell’uso di sostanze psicoattive è legato anche ad un calo della percezione dei rischi collegati al loro consumo; basti pensare che appena il 50% degli studenti associa un rischio elevato al provare sostanze come cocaina, crack, NPS e allucinogeni; rischio che cala al 28% quando si tratta di consumo occasionale di cannabis (ritenuta quest’ultima come la più facilmente accessibile). La percezione, poi, cala sensibilmente quando i soggetti sono anche utilizzatori abituali delle sostanze.
5. Spiragli di luce
Il quadro delineato non sembra essere certamente molto incoraggiante ed è purtroppo l’effetto di un certo lassismo e di un generale degrado morale che sta minando le basi della nostra società, dimentica delle problematiche dei giovani, che privi della dovuta “segnaletica stradale”, delle necessarie indicazioni, si possono far trascinare molto più facilmente nel tunnel della droga.
È doveroso sicuramente segnalare il lavoro fondamentale compiuto dai Servizi per le Dipendenze, dai servizi ambulatoriali che attuano programmi di tipo terapeutico- riabilitativo e farmacologico, nonché da tutte quelle associazioni che assicurano servizi di supporto e di trattamento psichiatrico, attività di prevenzione e di informazione (soprattutto a livello scolastico).
Di certo non giova anche la riproposizione di fallaci quanto pericolose prospettive di liberalizzazione della vendita delle sostanze stupefacenti, che, oltre a non arrecare alcun danno alle organizzazioni criminali (che trarrebbero beneficio dall’ampliamento della platea dei consumatori e potrebbero -esse sole e di certo non lo Stato!- vendere sostanze ai minori o trafficare droghe diverse dalla cannabis e dalla marijuana), veicolerebbe un messaggio di sostanziale indifferenza etica rispetto al suicidio per droga soprattutto delle giovani generazioni.
Bisogna, invece, cogliere gli spiragli di luce creati da tutte quelle realtà che, consapevoli del dramma dell’uso delle droghe, aiutano chi ne è vittima a riscoprire la luce della vera libertà; senza farsi scoraggiare dai dati sopra illustrati, ma sempre pronti ad inserirsi in ogni spazio e ambito della società, in primis nella scuola, per mostrare ai giovani quali sono le immense alternative che la vita offre loro rispetto alla droga.
È nostro compito ristabilire la corretta segnaletica stradale; è nostro dovere ricordare che “C’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce”( Leonard Cohen).[5]
Fonte: Chiara Airoma | Centrostudilivatino.it
[1] Studio ESPAD Italia 2023, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Fisiologia Clinica.
[2] Fonte: Ministero della Salute – Sistema informativo per il monitoraggio dell’assistenza in Emergenza-Urgenza
[3] Fonte: Ministero dell’Interno – Direzione Centrale per i Servizi Antidroga
[4] Fonte: Ministero della Giustizia – Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
[5] Per una completa analisi del fenomeno si rimanda alla lettura della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024 redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Antidroga