Confucio e l’umanità
— 7 Agosto 2024
— pubblicato da Redazione. —
Vissuto tra il 551 e il 479 avanti Cristo, Confucio ha lasciato un’impronta duratura sulla cultura cinese. Da tempo, però, la sua filosofia, caratterizzata da una serie di principi che mirano a promuovere l’armonia sociale e la virtù individuale, ha travalicato i confini della Cina. I suoi insegnamenti contengono una saggezza che può essere applicata a una contemporaneità, come quella attuale, che deve fare i conti con le meraviglie tecnologiche e i progressi scientifici. Il suo pensiero inoltre può essere importante in un tempo come il nostro caratterizzato dalla confusione morale e dall’allontanamento dai valori fondamentali che sostengono la società.
La tecnologia ha sì migliorato la vita dell’uomo moderno ma si è perso l’equilibrio tra progresso materiale e progresso spirituale. Gli insegnamenti sulla virtù (dé) e sull’umanità (rén) possono aiutare a ritrovare questo equilibrio, anche perché sono universali e senza tempo. Confucio insegna a coltivare la propria moralità e integrità in un processo di auto-miglioramento continuo che rende al contempo la società più armoniosa. Nell’etica confuciana è presente l’invito a riflettere sul proprio comportamento e a trattare gli altri con rispetto e benevolenza. È questo il contenuto centrale della virtù, che fa riferimento alle qualità morali intrinseche che una persona dovrebbe coltivare, mentre l’umanità riguarda piuttosto la benevolenza e il rispetto verso gli altri.
L’attenzione su di sé non è mai, in Confucio, fine a sé stessa, ma tende a promuovere l’armonia sociale: «Coltiva se stesso con la deferenza e portando armonia tra i suoi simili» (Dialoghi, ii , n. 3). Nell’etica sociale confuciana sono fondamentali l’uguaglianza e la giustizia, e il governante dovrebbe essere un modello di virtù e governare con giustizia e compassione. Come scrisse: «Se lo guidi con le leggi e lo rendi uniforme con le punizioni, il popolo le scanserà e non conoscerà vergogna. Se lo guidi con la virtù e lo rendi uniforme con i riti, conoscerà la vergogna e perverrà (al bene)» (ibidem). Egli rivolgeva questo messaggio ai leader per far loro capire che è necessario agire con integrità e mettere il benessere delle persone al primo posto. Secondo Confucio, agire con virtù e usare i riti come parametro guida della società incoraggia un comportamento etico e dissuade le persone dal commettere azioni sbagliate. Una società più coesa e giusta può nascere solo promuovendo l’autodisciplina e la responsabilità individuale.
Al contrario, l’individualismo e la competizione portano al disordine e alla disarmonia. Confucio insegnò che l’armonia sociale si basa sulla cooperazione e sul rispetto reciproco. In particolare, ogni individuo era da lui invitato a riconoscere il proprio ruolo nella comunità e ad agire per il bene comune. Il concetto confuciano di rén rappresenta appunto un appello a cercare il bene collettivo e a considerare sempre gli altri ogni qualvolta si compie un’azione. In sintesi, il messaggio di Confucio si concentra in un invito a cercare la saggezza e la virtù e a coltivate l’integrità, la compassione e il rispetto per gli altri. Nel ricordo rispettoso degli antenati, egli sosteneva che la vera grandezza si trova nel servire gli altri e nel contribuire a una società armoniosa. In conclusione, nonostante la distanza temporale e culturale, il messaggio di Confucio offre una guida preziosa per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. Questo maestro cinese ha lasciato in eredità una saggezza che può essere applicata in molti ambiti del vivere quotidiano attuale. La sua enfasi su virtù, armonia e rispetto reciproco rimane rilevante oggi come sempre. Quella di Confucio è una dottrina da vivere e mettere in pratica in ogni contesto, anche quello complesso della contemporaneità.
Fonte: Vianney Zhao Yunhong | OsservatoreRomano.va
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