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Pietre dell’aldilà

Stonhenge è uno dei siti archeologici più celebri e più visitati al mondo. È il motivo per cui nel giugno scorso un gruppo ecologista britannico, contrario all’uso di combustibili fossili, fece qui un’azione dimostrativa (spruzzando polvere arancione su alcune di quelle antichissime pietre).

Il complesso di Stonehenge si trova pochi chilometri a nord-ovest di Salisbury, in Inghilterra. Fu costruito a più riprese fra il 3100 a.C. e il 1600 a.C.

MISTERO STONEHENGE

La disposizione circolare delle colossali pietre, dette megaliti, è particolarmente suggestiva e ha alimentato diverse ipotesi sul suo significato e il suo utilizzo rituale. Anche la loro composizione chimica e la loro provenienza è da tempo studiata.

Sul numero di Nature del 14 agosto scorso è uscito un articolo secondo il quale la gigantesca pietra dell’altare che pesa circa sei tonnellate – proviene probabilmente da una formazione rocciosa che si trova nel nord-est della Scozia, una località che è lontana circa 750 chilometri da Stonehenge.

La difficoltà del trasporto via terra di questa enorme pietra, per una distanza tanto grande, fa ipotizzare che sia stato realizzato uno spostamento via mare, ma questo implica che la popolazione dell’isola, di quest’ultimo periodo preistorico, avesse un sorprendente livello di conoscenze tecniche e di organizzazione sociale.

Tuttavia il più grande mistero su cui gli studiosi sono chiamati a indagare riguarda l’esistenza stessa di questi straordinari e antichissimi resti megalitici la cui costruzione sembra sia iniziata tra il Neolitico e la prima civiltà del bronzo, attorno al 5000 a.C.: com’è possibile che si trovino sparsi su tutto il pianeta, dalla Gran Bretagna all’estremo Oriente, dal Brasile alla Polinesia, dalla Norvegia al Sud Africa? E così pure per un insieme di miti e leggende che – seppure in diverse varianti – si ritrovano ai quattro angoli del pianeta, perfino i più sperduti.

È evidente che sulle origini delle più antiche civiltà brancoliamo ancora nel buio e comunque sembra di poter ipotizzare una base comune a tutte e una inimmaginabile capacità di movimento di quegli uomini antichi, soprattutto attraverso la navigazione, insieme a conoscenze tecniche e astronomiche ancora da comprendere.

PIETRE DELL’ALDILA’

Un affascinante viaggio – pieno di suggestioni – in questi enigmi è il libro di Felice Vinci, I misteri della civiltà megalitica. Storie della preistoria del mondo (Leg edizioni) che spazia soprattutto sui miti e le leggende delle diverse civiltà.

Resta da comprendere il significato di questi monumenti megalitici, i cui tipi principali – spiega Vinci – “sono i dolmen, le tombe a corridoio, le tombe a galleria, i menhir e i cromlech”.

Secondo l’antropologo e storico delle religioni Mircea Eliade avevano un significato religioso legato al tema degli antenati e della morte, quindi alla questione dell’aldilà che da sempre caratterizza l’uomo.

Peraltro “il fenomeno del megalitismo” osserva Vinci appare “all’incirca nella stessa epoca dell’improvvisa apparizione dei Sumeri nella regione mesopotamica (V millennio a.C.)”. E’ in quel periodo che “nel contesto europeo cominciò a svilupparsi a partire dalla Francia settentrionale, espandendosi  nell’Europa atlantica per via marittima e si diffuse su buona parte dell’orbe terracqueo con caratteristiche dovunque molto simili”.

Il Paulsson ha parlato di “una avanzata tecnologica marittima e della navigazione nell’età megalitica”. C’è ancora molto scoprire sull’avventura della civiltà umana.

Fonte: AntonioSocciBlog.com

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