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“Roma sembra il bagno a cielo aperto di un autogrill”

Lo sconcerto di Verdone a 4 mesi dal Giubileo. Come potrà risplendere la Grande Bellezza davanti al mondo che tanto deve a questa città?

Ma dov’è finita la Grande Bellezza, quella che ha illuminato il mondo? C’è chi parla ormai di grande monnezza. Perché non comprendiamo l’immenso patrimonio che Roma è per l’Italia e per l’umanità Con il Giubileo – che inizia fra quattro mesi – sarà sotto i riflettori di tutto il pianeta e potrebbe mostrarsi in tutto il suo splendore. Invece…

Quando Carlo Verdone, nei giorni scorsi, ha dichiarato a un giornale che “Roma sembra il bagno a cielo aperto di un autogrill”, ha detto quello che moltissimi pensano.

“Dalla mia finestra” ha aggiunto “vedo i ragazzi, gli ubriaconi, i romani e i turisti che vanno dietro le macchine, gli alberi, le statue a fare pipì. È indecoroso. Che ci vuole, cara amministrazione, a mettere i vespasiani?“. E i gabbiani o i cinghiali? Sono il “risultato di una città sporca”.

È un declino continuo. “Come ti giri” dice Verdone “non vedi più una strada normale. Non c’è un centimetro di muro che sia stato risparmiato”.

Molto altro si potrebbe aggiungere. Il caos dei cantieri, il rumore, il traffico, i mezzi pubblici che non vanno, il degrado e la delinquenza imperante in certe zone. Sembra una città del terzo mondo. Soprattutto alla Stazione Termini.

Verdone arriva a dire che è meglio andarsene: “Non lo penso solo io, anche molti amici. Penso ‘famme scappà via’“.

La sua esternazione è significativa, perché viene da chi solitamente non parla di politica e ha pure un rapporto cordiale con l’attuale sindaco di Roma, Gualtieri.

Sono parole quasi drammatiche se si pensa a milioni di persone che vivono nell’Urbe e ai milioni di turisti che vengono a visitare questa città unica al mondo.

È una denuncia ancora più preoccupante considerando che a dicembre sarà aperta la porta santa in San Pietro: il Giubileo – dicevamo – accenderà i riflettori di tutto il mondo (quantomeno di un miliardo e 400 milioni di cattolici) su Roma come città santa, cuore di tutta la cristianità.

Certo, il degrado di Roma va avanti da anni, ma resta il fatto che la città dovrebbe essere amministrata come le grandi capitali e la giunta Gualtieri non appare all’altezza del compito. Il governo di centrodestra, probabilmente allarmato dalla situazione, è venuto concretamente in soccorso dell’amministrazione capitolina, sebbene di diverso colore politico (PD), ma i tempi sono stretti.

L’aiuto del governo è opportuno perché non si tratta di una questione che interessa solo ai romani o solo alla Chiesa. È tutto il nostro Paese che deve avere a cuore Roma. La sua Grande Bellezza – spesso deturpata, ma sempre ineguagliabile – è il segno tangibile di ciò che questa città rappresenta nella storia dell’intera umanità.

Bisogna amaramente riconoscere che non solo gli amministratori, ma gli stessi romani (pure Verdone lo dice) sembrano inconsapevoli. Cristina Camposcriveva anni fa che “Roma è una città che ignora tutto di se stessa. Immemorialmente indifferente”.

Se a fatica riesci a scoprire quali sono i luoghi di Roma in cui è passata la grande storia, per esempio la zona di fondazione della città o dove è stato ucciso Giulio Cesare, dove hanno abitato e dove sono stati detenuti san Pietro e san Paolo, dove quest’ultimo è stato martirizzato o dove Costantino ha sconfitto Massenzio o molti altri luoghi importanti, vaghi per una Roma che non sembra averne memoria.

Spesso sono luoghi affogati nelle erbacce o nel traffico o fra le pecore o nella monnezza o ignorati nella dimenticanza generale. Eppure è di questa Roma che siamo figli, non solo noi italiani, ma tutta la nostra civiltà, a cominciare dall’Europa.

Ida Magli in un suo libro appassionato ricordava “che è l’Italia ad averle dato inizio, ad averla concretamente costruita, metro per metro, città per città, da Parigi a Lione, da Francoforte a York, a Londra, a Siviglia, ad Oporto, con l’immensa opera ingegneristica e civilizzatrice dei romani in ogni campo. I 75.000 chilometri di strade costruite dai Legionari formano un tutt’uno con la scoperta e la civilizzazione del mondo allora conosciuto. L’Europa è vissuta e si è nutrita della lingua latina, delle strutture giuridiche, militari, politiche, amministrative create da Roma e che ne hanno garantito lungo il passare dei secoli, attraverso il Cristianesimo, la sopravvivenza fino al XIX secolo”.

Non a caso l’Europa che prese forma con Carlo Magno si chiamò Sacro Romano Impero e nel 1957 la “Comunità europea” iniziò con i Trattati di Roma firmati appunto (e non a caso) a Roma.

Ma la civilizzazione romana va anche oltre l’Europa e abbraccia il Mediterraneo: “Gli archeologi hanno individuato in Tunisia e in Algeria i resti di 357 città fondate dai Romani” proseguiva la Magli “alcune delle quali con più di trentamila abitanti, tutte fornite ovviamente di funzionali vie di comunicazione. Un ponte a tre arcate eretto al tempo di Tiberio sul fiume Beja sopporta ancora oggi un pesante traffico”. La civilizzazione romana arriva fino al Medio Oriente.

I 2700 anni di Roma rappresentano il vero snodo della storia umana. Rémi Brague in un libro dal titolo significativo Il futuro dell’Occidente. Nel modello romano la salvezza dell’Europa (Rusconi) mostra che il genio di Roma è stato l’aver trasmesso al mondo anche la grandezza di ciò che veniva prima. Se l’Europa – con l’Occidente – è un incontro di Roma, Atene e Gerusalemme, è la via romana che lo ha permesso.

Di fronte a ciò che Roma rappresenta, sprofonda la banale sceneggiata woke di Parigi (che peraltro era anticamente una città romana).

La storia di Roma comincia dal 700 a.C. Il suo dominio si espande continuamente e il suo impero, che inizia di fatto nel 27 aC, abbraccerà tre continenti. Finirà – per la parte orientale – nel 1453 dC e – in quella occidentale – nel 476 dC, ma rinascendo come Sacro Romano impero nel IX secolo che tramonterà solo nel 1806.

Nella parte bizantina, i turchi ottomani che invadono Costantinopoli si sentono ancora la “seconda Roma” e si richiama alla “terza Roma” perfino lo Zar di tutte le Russie fino al 1017 (Czar viene da Caesar come pure Kaiser).

Del resto al mito di Roma si richiamano tutti i sogni imperiali moderni, da quello napoleonico a quello hitleriano e fascista, da quello britannico a quello americano.

E Roma – ben prima di conquistare Hollywood – è stata al centro del più grande poema di tutti i tempi, la Commedia dantesca dove, non a caso, si celebra pure il primo Giubileo della storia, quello del 1300, e dove Beatrice spiega a Dante che l’urbe è prefigurazione “di quella Roma onde Cristo è romano” (Purg. XXXI, 102). Cioè il Paradiso.

Fonte: AntonioSocciBlog.com

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