Dobbiamo aiutare i popoli a conquistare la libertà che non hanno e dobbiamo aiutare noi stessi a difendere quei valori che sono il fondamento dell’Occidente
Accanto ai martiri delle tre più importanti ideologie del XX secolo, il laicismo, il nazionalsocialismo e il socialcomunismo, negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale vennero a costituirsi delle Resistenze politiche, a volte armate, che poi negli Anni Sessanta e Settanta sono state dimenticate dai governi occidentali e dai principali mezzi di comunicazione. Nel corso degli Anni Ottanta, Alleanza Cattolica cercò di dare voce a queste Resistenze dimenticate, portando in Italia i loro dirigenti con le loro testimonianze. Il mondo stava cambiando e anche i grandi testimoni del dissenso in Unione Sovietica e nei Paesi dell’Europa orientale cominciarono a ottenere importanti riconoscimenti. Fino ad allora, invece, spesso erano stati osteggiati, come avvenne per esempio con il rifiuto in Italia che c’era stato alla pubblicazione del capolavoro di Aleksandr Solzenicyn (1918-2008), Arcipelago Gulag.
Che cosa stava cambiando in quegli Anni 80? Innanzitutto, i governi delle principali Paesi occidentali, Margaret Thatcher (1925-2013) in Inghilterra e Ronald Reagan (1911-2004) in Usa, e poi la straordinaria forza della testimonianza diretta della perversità del comunismo da parte di san Giovanni Paolo II (1978-2005), il Papa venuto dall’Est. La verità sui Paesi del “socialismo reale” lentamente venne alla luce del sole.
Alla fine degli Anni 80 il mondo è cambiato profondamente. La caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la fine dell’Urss nel 1991 hanno posto fine all’epoca delle ideologie e hanno permesso a quasi tutti i popoli di ritrovare la libertà. La libertà però, non la verità. All’interno dei popoli che si sono liberati dal comunismo è presto cominciata la stessa battaglia per la verità sull’uomo che era in corso in Occidente, fra chi credeva e continua a credere che l’uomo è una creatura di Dio e chi invece crede che l’uomo sia l’unico e assoluto padrone di se stesso, senza alcuna regola e senza alcun destino eterno.
Tra l’altro quasi tutti, ma non tutti i popoli riconquistarono la libertà. Non avvenne per esempio per il miliardo e trecento milioni di cinesi che proprio a partire dal 1989, nella piazza principale di Pechino, dovettero assistere al massacro di migliaia di studenti che chiedevano maggiore libertà, da parte dell’esercito guidato dal Partito comunista cinese.
Non solo, ma in America Latina avverrà un tentativo di rilanciare l’ideologia socialista che aveva fatto tanti danni, il «socialismo del XXI secolo», sotto la guida di Cuba sempre rimasta comunista e grazie alla conquista del potere in Venezuela da parte del generale Hugo Chavez (1954-2013).
Oggi ho l’impressione che in Occidente si stia ripetendo lo stesso errore degli Anni 60 e 70, cioè si stia dimenticando quanto importante sia il valore della libertà politica che questi popoli non hanno. Sul Venezuela e sul Nicaragua, e su Cuba, che sono ancora dominati dallo stesso male di allora, si tace. Anche sulla Cina che continua a negare la libertà religiosa e quella politica si tace e non si collega il dialogo diplomatico al rispetto dei diritti umani, di cui in Occidente ci si riempie la bocca in ogni circostanza possibile. I dissidenti che contestano la politica illiberale di Putin non vengono ricordati più di tanto, così come furono dimenticati e disprezzati per anni i grandi dissidenti anticomunisti del secolo XX. E questo non avviene soltanto da parte di quelle forze di sinistra che sono ancora in imbarazzo per la simpatia che nonostante tutto mantengono verso ogni forma di socialismo, ma anche da parte di certa “destra”, che in nome dell’anti-americanismo sembra essersi dimenticata che la libertà è un principio fondamentale del conservatorismo che da oltre due secoli si oppone alle ideologie progressiste e che è la condizione indispensabile per dare agibilità sociale a chi si oppone a queste ideologie.
Ma non è tutto. Queste forme di resistenza che si oppongono ai nuovi tiranni (pensiamo alle moltitudini che stanno scendendo in piazza a Caracas e in tutto il Venezuela, ai vescovi e ai sacerdoti espulsi dal Nicaragua, ai dissidenti uccisi in Russia o scambiati con un assassino condannato all’ergastolo e con spie del regime) ci sono anche in Occidente.
Pensiamo a chi da quasi mezzo secolo sta difendendo la vita innocente nei Centri di Aiuto alla Vita, nel silenzio delle istituzioni e spesso nel disprezzo dei media. Pensate a chi da decenni si prende cura delle famiglie, dei figli feriti dai divorzi, dei single abbandonati dai coniugi. Pensate a chi negli “splendidi” Anni 60 ha cominciato a prendersi cura delle vittime della droga, contro una legislazione sempre più permissiva che sembra favorire gli spacciatori invece di chi cura le loro vittime. Pensate agli obiettori di coscienza negli ospedali, medici e infermieri, che sentono la pressione di chi vuole togliere loro anche quest’ultimo diritto.
Anche queste sono Resistenze dimenticate, che hanno i loro testimoni ed eroi. Forse è venuto il tempo di celebrarli e di farlo insieme a che difende la vera libertà, in Cina e Russia, in Venezuela e Nicaragua, ma anche in Europa nelle corsie di un ospedale, all’interno di un Consultorio o di un Centro di recupero. La battaglia per tutti è la stessa, per la libertà con, e non senza, la verità e perché quest’ultima venga accolta nella libertà.
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