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Il Papa e il Vaticano: nulla osta a Medjugorie

«Gli elementi raccolti in questa Nota permettono di riconoscere che sono presenti le condizioni per procedere alla determinazione di un nihil obstat. Il Vescovo di Mostar‒Duvno emetterà il corrispondente decreto». Con queste parole la Santa Sede spalanca le porte per il massimo riconoscimento possibile, previsto dalle Nuove norme sui presunti fenomeni soprannaturali, di quella che viene definita come «l’esperienza spirituale di Medjugorie». Al netto di ogni tono prudenziale, che ovviamente la Chiesa deve tenere di fronte a questi fenomeni, si tratta senza tanti giri di parole di un fatto epocale.

«Tramite il nihil obstat circa un evento spirituale», specifica il documento diffuso oggi dalla Dottrina della fede e approvato dal Papa, «i fedeli “sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione” (Norme, art. 22, § 1: cfr. BENEDETTO XVI, Verbum Domini 14). Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in parola (cfr. Norme, art. 22, § 2), e ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi, il nihil obstat indica che questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico. Tale determinazione è possibile in quanto si è potuto registrare che in mezzo ad un’esperienza spirituale si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi».

Si conclude così dopo più di 40 anni, «una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje», come recita la Nota intitolata “La Regina della Pace”, firmata dal cardinale Victor Manuel Fernandez e da monsignor Armando Matteo, prefetto e segretario per la sezione dottrinale dell’ex Sant’Ufficio.

«Anche se possono sussistere diversi pareri circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale», continua la Nota, «le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad “apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale” (Norme, n. 17). Valutando prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio, resta comunque ferma la potestà di ogni Vescovo diocesano di decidere al riguardo».

In merito ai famosi «messaggi» di Medjugorie, quelli che i sei veggenti dicono di ricevere dal 1981 dalla Vergine Maria, il giudizio è sostanzialmente positivo: «La valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale. Di conseguenza, quando ci si riferisce a “messaggi” della Madonna, si deve intendere sempre “presunti messaggi”».

Sui presunti veggenti, invece, la Nota indica che «le persone che si recano a Medjugorje siano fortemente orientate ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace, e, fedeli all’amore che lei prova verso suo Figlio, per incontrare Cristo ed ascoltarlo nella meditazione della Parola, nella partecipazione all’Eucaristia e nell’adorazione eucaristica».

È molto forte la sottolineatura sui «frutti» di Medjugorie. Conversioni e vocazioni, persino si riconoscono le guarigioni. «Per tante persone la vita è cambiata dopo aver accolto la spiritualità medjugoriana nella vita quotidiana (messaggi, preghiera, digiuno, adorazione, Santa Messa, confessione…) e come conseguenza hanno preso una decisione a favore della chiamata sacerdotale o religiosa», «nel contesto di Medjugorje si riportano pure numerosissime guarigioni». Si sottolinea inoltre la presenza di «molti giovani, di coppie giovani e di adulti, che riscoprono a Medjugorje la fede cristiana tramite la Madonna», oltre al fatto che sono sorte molte opere di carità legate a questa esperienza.

Papa Francesco, che nel 2017 gettò una doccia gelata sui fedeli di Medjugorie affermando di preferire «la Madonna madre che non la Madonna capo di ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio», approvando questa nota compie un gesto che non esitiamo a definire storico, al di là del giudizio che ognuno vuole dare sui fatti di Medjugorie. Per quanto si possa sottolineare l’aspetto di ovvia prudenza che questo giudizio contiene, è chiaro che fuori dal linguaggio ecclesiale si tratta di una approvazione pressoché completa del fenomeno Medjugorie. Ed è proprio di papa Bergoglio la ferma volontà di giungere a questo Nihil obstat, nonostante tutto e tutti, anche della più prudenziale scelta che lo stesso Dicastero della Dottrina della fede avrebbe voluto fare.

Fonte: Lorenzo Bertocchi | IlTimone.org

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