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Abusi in diretta e pedopornografia generata con AI

Telefono Azzurro presenta il “Dossier Abuso 2024”: 90 milioni di ragazzi nel mondo hanno subito violenza sessuale, e aumentano i genitori che mettono a rischio i figli pubblicando sul web contenuti che li riguardano.

In 21 anni si è avuta, a livello mondiale, un’evoluzione delle tipologie e modalità di violenze su bambini e adolescenti sempre più complesse, ma non si sono avuti analoghi avanzamenti riguardo i sistemi di rilevazione del problema: è l’allarme lanciato dal “Dossier Abuso 2024” di Fondazione S.O.S Telefono Azzurro. Il dossier è stato presentato durante il convegno “Diamo voce al silenzio: ascoltare i bambini e gli adolescenti vittime di abuso sessuale per sviluppare nuovi interventi di aiuto e di tutela”, a Palazzo Chigi in occasione della Giornata internazionale per la protezione dei minori contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale del 18 novembre.
Il Dossier evidenzia la crescente diffusione del Sintetic child sexual abuse material, ovvero materiale pedopornografico generato dall’intelligenza artificiale. «Questa nuova minaccia» ha spiegato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro «rende ancora più difficile distinguere il reale dal virtuale. È indispensabile un intervento immediato per contrastare questo fenomeno».

Un altro dato allarmante riguarda, poi, il live streaming dello sfruttamento sessuale, una pratica in cui gli abusi vengono trasmessi in diretta online. Il quadro è più che preoccupante: nel mondo quasi 90 milioni di ragazzi e ragazze oggi in vita hanno subito violenza sessuale e più di 1 miliardo di donne e uomini hanno subito tali violenze durante l’infanzia (dato supposto dalle Nazioni Unite in quanto mancano a livello globale e di singoli Paesi dati effettivi e equiparabili). Il web ha certamente aggravato la portata del fenomeno: la diffusione di materiale pedopornografico e l’adescamento online di minori costituiscono, infatti, nuovi intangibili fronti di rischio. Telefono Azzurro prova quindi a indagare quali siano le soluzioni più idonee per arginare il dramma e prevedere risposte puntuali a livello nazionale e internazionale. Uno dei principali problemi riguarda la mancanza di dati che siano realistici, trasparenti, coerenti sugli abusi sessuali nel mondo: solo 1 Paese su 6 ha una fonte di dati disponibile sulla violenza sessuale contro i minori. Inoltre, il tema degli abusi è ancora oggi avvolto da una nuvola di omertà, soprattutto se guardiamo allo scenario dell’abuso online.

Nel 2024 il Servizio 114 Emergenza Infanzia, promosso e cofinanziato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia e gestito dalla Fondazione S.O.S Telefono Azzurro, ha raccolto più di 2.700 casi. Nell’82% dei casi i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 16% dei casi autori e nel 2% in qualità di testimoni. Il 53% sono di sesso femminile, il 47% maschile; per il 2,18% sono bambini nella fascia di età 0-10, per il 43,87% sono preadolescenti (11-14 anni) e nel 53,95% adolescenti (15-18 anni). Per quanto riguarda i presunti responsabili, nel 32,14% dei casi si tratta di un estraneo (adulto), nel 25% di un genitore (25%), e nel 14,29% di un amico o conoscente (minore).
Nel 40,52% dei casi segnalati gli abusi offline sono sorti o persistiti tra le mure domestiche. A seguire, la casa di parenti o amici (12,93%), la scuola (3,45%), i luoghi aperti (2,59%) e pubblici (14,66%), gli impianti sportivi (2,59%) e la strada (1,72%). A fronte di questi dati, Telefono Azzurro evidenzia il notevole incremento dei genitori tra gli abusanti. In particolare, casi in cui i genitori mettono in atto tramite l’online comportamenti che mettono a rischio i figli minori, per esempio con la pubblicazione di contenuti che li riguardano.

Fonte: laFamigliaCristiana.it

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