Il cantante torna in tour dopo l’incidente in un megashow floreale e dedica un pensiero a Francesco. “Show ispirato ai diari di Etty Hillesum che invita a fiorire ovunque nonostante il dolore
Una rifioritura sul palco per Jovanotti, dopo il grave incidente di bicicletta del 2023, ispirata a Hetty Hillesum. Lo racconta lo stesso Lorenzo Cherubini alla stampa poco prima del suo concerto di questa sera all’Unipol Forum, la prima delle sei date del Palajova di scena sino al 18 marzo a Milano tutte sold out a cui si aggiungeranno altre 49 date in tutta Italia. La gioia, il dolore, l’entusiasmo, la fatica, la determinazione, il sudore, la speranza, gli interventi, la ripresa, la fisioterapia, le risate, la disperazione, la ripresa, la voglia, tutto sul palco per questo debutto che ha il forte sapore di una ripartenza di tutto, di un tornare a fiorire Sul palco, insieme alla sua super band, Lorenzo è tornato a saltare e ballare tra fantasmagoriche creazioni floreali, anche grazie all’intelligenza artificiale. “Volevo rappresentare i fiori dopo aver letto il Diario di Eetty Hillesum, che parla di “ fiorire, fiorire ovunque” – spiega Jovanotti – Ha scritto un capolavoro questa ragazza di 26 anni che decide di unirsi alla sua gente per andare a morire consapevolmente ad Auschwitz». Per Jovanotti questi concerti sono un ritorno alla vita. «A me è successo sempre così nella vita: le canzoni sono delle premonizioni, pensi una cosa e poi si realizza in maniera inconscia. Scrivo e poi succede dopo – spiega -. L’incidente è avvenuto in una fase della vita in cui mi sono messo in pericolo per una serie di motivi misteriosi, il mio è un modo per dare un senso alle cose». Un senso che arriva attraverso il rito collettivo dell’incontro festoso del suo pubblico, che costa anche parecchia fatica fisica. «Lo spettacolo è molo impegnativo, arrivo sempre alla fine che sono da buttare, ringrazio la squadra che mi segue – aggiunge -. Le prime 4 date di pre tour a Pesaro sono state formidabili, l’emozione della prima ha giocato, ti si blocca la voce in gola. Le sere dopo è stato fantastico, penso sia un bello spettacolo, il pubblico diventa pazzo ed io con loro. E’ il concerto di oggi, ho sempre cercato di fare il concerto che mi rappresentasse in quel momento». Un momento per vivere insieme la bellezza. Sostiene Lorenzo: «Questo concerto mi fa piacere: viviamo tempi difficili, di grandi polarizzazioni, una sorta di emergenza permanente. Abbiamo bisogno di essere forti in un momento così, ed essere vitali per affrontare questi tempi. Questo concerto divertente e colorato, pieno di riferimenti al mondo dei cartoon, da Miyazaki ai Muppets, è così perché avevo voglia di fare uno show allegro e carico, per prepararci per tempi difficili, ci prepariamo con una festa». Il corpo umano, cantato nell’omonimo nuovo album, ha risposto bene: «Ero un po’ impaurito, avevo avuto delle buone sensazioni durante le prove, ma un altro conto è gettarsi davanti a 10mila persone. Gianna Nannini mi ha scritto dopo il concerto: “Sul palco bisogna stare, sul palco si guarisce”. Sul palco ho sentito che stava proprio bene. Ho dovuto riacquisire una memoria motoria rispetto alla gestualità scenica. Io facevo fisioterapia, non il gesto artistico, le gambe che ballano, di giorno in giorno va sempre meglio». Infine un pensiero, lui che ha vissuto per tanto tempo in ospedale, a un’altra persona che soffre, papa Francesco, «Siamo vicini di casa – sorride Jovanotti il cui padre lavorava in Vaticano -. Al Papa gli vogliamo bene, seguiamo tutti con apprensione la sua degenza. Lui è una delle poche voci che si alza contro la follia, come puoi non voler bene a papa Francesco. Non posso che augurargli, a un uomo di 88 anni, di tener botta, di stare bene e di stare fra noi il più a lungo possibile».
Fonte: Angela Calvini | Avvenire.it