A Lerici la prima veglia dell’anno per le ‘Sentinelle in piedi’
— 16 Gennaio 2015 — pubblicato da Redazione. —Si terrà a Lerici – presso la Rotonda Vassallo, sabato 17 gennaio dalle 15.30 alle 16.30 – la prima veglia del 2015 delle Sentinelle in Piedi spezzine. La veglia è una testimonianza, pacifica e pubblica, in favore della famiglia e della libertà di espressione, contro la propaganda del “gender”, specie nelle scuole, e contro il disegno di legge (ddl) Scalfarotto cosiddetto “sull’ omofobia”. E’ la sesta veglia in provincia in meno di un anno.
Con il ddl Scalfarotto, chiunque si dica contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso o a favore della famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna rischia l’accusa di “omofobia”, un reato non definito dall’ordinamento giuridico ma che, se il testo diventasse legge, comporta il carcere fino a un anno e sei mesi.
In questi giorni, la Corte d’appello di Torino ha riconosciuto a due donne gli stessi diritti come mamme nei confronti di un bambino nato in Spagna tramite fecondazione artificiale etero. Tale decisione, che ordina la trascrizione nei registri di Stato Civile del Comune di Torino, è stata accolta dal coro politicamente corretto come un passo avanti della civiltà. Ma piegare il diritto all’ideologia non servirà a cambiare la realtà delle cose: questo bambino non ha due mamme. Inoltre, egli ha il diritto di conoscere ed essere cresciuto anche da suo padre e di non essere preso in giro da una società che considera i desideri degli adulti più importanti del bene elementare dei più piccoli.
Qualche settimana fa, inoltre, è stato depositato in Senato un disegno di legge dal titolo “Introduzione dell’educazione di genere nelle attività e nei materiali didattici nelle scuole del sistema nazionale di istruzione”, un testo che mira a imporre nelle scuole di ogni ordine e grado una visione ideologica – la teoria del gender – che delegittima e annulla la bipolarità maschile e femminile alla base di ogni società che non voglia autodistruggersi.
In contemporanea con la veglia lericina, si terrà a Milano l’incontro “Difendere la famiglia per difendere la comunità”. Il convegno – a cui parteciperanno Padre Maurizio Botta, Costanza Miriano, Marco Scicchitano e Mario Adinolfi, i “quattro moschettieri” protagonisti quest’estate della Festa di Avvenire proprio in Rotonda Vassallo a Lerici – è stato pesantemente attaccato dalle lobby LGBT (Lesbic-Gay-Bisexual-Transgender) e da vari media, con l’accusa di omofobia.
Tra i promotori del convegno, infatti, c’è Obiettivo Chaire, una realtà che, stando ai contestatori, si occuperebbe di “curare i gay”. L’espressione, ripresa da diversi titoli sui media, è profondamente disonesta e offensiva, e svela il volto della nuova dittatura del Pensiero Unico.
Basterebbe informarsi per capire che Obiettivo Chaire è una associazione confessionale che si occupa di accompagnamento pastorale, con particolare attenzione alle ferite della sfera identitaria e sessuale, compresa l’omosessualità. Basterebbe informarsi per capire che Obiettivo Chaire non costringe nessuno, ma tende una mano a chi la chiede, in molti casi aiutando le persone a ritrovare con successo la propria identità. Ma oggi, nel 2015, in un paese dell’Occidente democratico e sviluppato, ci sono parole inaccettabili, come ferita, disagio, sofferenza e bisogno di aiuto, tanto più se legate ad una tendenza omosessuale indesiderata. Non si capisce – dice Obiettivo Chaire – come l’unica interpretazione possibile del disagio avvertito da alcune persone con tendenze omosessuali debba essere la teoria nota come Gay Affermative Therapy (GAT), secondo la quale il malessere sarebbe unicamente frutto della omofobia sociale interiorizzata. L’esperienza clinica mostra invece che aiutare la persona a riconnettersi con la propria identità biologica (maschile o femminile) è un’opzione grazie alla quale molti hanno ritrovato equilibrio e serenità.
Che cosa c’è di “omofobo” in queste parole? È sconvolgente come – in nome della libertà e del progresso – si chiedano interrogazioni e si organizzino presìdi contro un convegno che parla dell’importanza del matrimonio fra un uomo e una donna, che secondo la Costituzione repubblicana è il fondamento della famiglia, nucleo fondamentale della società. È paradossale che in nome dell’inclusione si voglia sistematicamente escludere qualcuno.
Per questo, ancora una volta, le Sentinelle in Piedi tornano in piazza. Per risvegliare le coscienze di chi non crede che la libertà d’espressione sia in pericolo. Il ddl “sull’omofobia”, approvato dalla Camera, è ancora fermo al Senato. Tale ddl, che viene presentato per contrastare violenze e ingiuste discriminazioni – che sono già, e giustamente, represse dal codice penale -, in realtà è uno strumento con cui si vuole imporre a tutti l’agenda LGBT (Lesbic-Gay-Bisexual-Transgender), che prevede matrimoni e adozioni gay, scomparsa del termine padre e madre, educazione omosessualista obbligatoria fin dall’asilo nido. Si vuole imporre tale agenda minacciando la libertà di espressione di chi vi si oppone.
E le prime persone a cui viene limitata la possibilità di scelta sono proprio le persone con tendenze omosessuali. Non a caso, molte di loro sono contrarie all’agenda delle lobby LGBT, e alcune vegliano con le Sentinelle.
Nonostante il clima intimidatorio, alla Spezia, come in tante altre città italiane, c’è un popolo che è attento e pronto alla testimonianza. In contemporanea con Lerici, ci saranno veglie anche a Crema e a Como.
La veglia delle Sentinelle in Piedi è aconfessionale e apartitica e aperta a chiunque ne condivida gli ideali. Non sono ammessi simboli né vessilli.
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