Il Papa: libertà di fede, diritto umano fondamentale
— 14 Gennaio 2015 — pubblicato da Redazione. —“Ogni individuo deve essere libero, da solo o associato ad altri, di cercare la verità, di esprimere apertamente le sue convinzioni religiose, libero da intimidazioni e da costrizioni esterne. Come ci insegna la vita di Giuseppe Vaz, l’autentica adorazione di Dio porta non alla discriminazione, all’odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispetto per la dignità e la libertà degli altri e all’amorevole impegno per il benessere di tutti”. Parole che ovviamente non valgono solo per lo Sri Lanka, ma per tutto il mondo scosso dal terrorismo di matrice fondamentalista.
Continua dunque la straordinaria accoglienza del popolo srilankese nei confronti di Francesco, sull’onda lunga di quanto avvenne 20 anni fa con Giovanni Paolo II. La Messa si è svolta infatti nello stesso luogo in cui nel 1995 Papa Wojtyla dichiarò beato il missionario giunto dall’India nel XVII secolo. Ed è stato utilizzato lo stesso altare di allora, a forma di edificio tipico locale. Francesco nella processione di “introito” ha lambito le onde dell’Oceano indiano, poiché il Galle Face Green, il parco cittadino dove si è svolta la liturgia, si estende per cinque chilometri proprio sulla battigia. Bellissimi i canti e le danze che hanno animato la celebrazione, incredibilmente calorosa ma al contempo ordinata la partecipazione della gente, che ha anche raccolto 70mila dollari di offerta per il Papa, consegnati al termine della celebrazione dall’arcivescovo di Colombo, il cardinale Albert Malcom Ranjith, il quale ha ringraziato il Pontefice per la sua visita.
Francesco nell’omelia ha sottolineato la straordinaria attualità del nuovo santo. “Egli ci ha mostrato l’importanza di superare le divisioni religiose nel servizio della pace”. E dunque il suo esempio “continua oggi a ispirare la Chiesa in Sri Lanka”, che – ha ricordato il Papa, “volentieri e generosamente serve tutti i membri della società. Non fa distinzione di razza, credo, appartenenza tribale, condizione sociale o religione nel servizio che provvede attraverso le sue scuole, ospedali, cliniche e molte altre opere di carità. Essa non chiede altro che la libertà di portare avanti la sua missione”.
Papa Bergoglio ha anche indicato san Vaz come “sacerdote esemplare” ed “esempio di zelo missionario”. Egli “sapeva come offrire la verità e la bellezza del Vangelo in un contesto multi-religioso, con rispetto, dedizione, perseveranza e umiltà”. Anche oggi bisogna fare lo stesso. “Siamo chiamati ad uscire con lo stesso zelo – ha concluso il Papa – siamo chiamati ad essere discepoli missionari”.
Francesco si recherà nel pomeriggio srilankese (le 11 in Italia) al Santuario di Nostra Signora di Madhu, che si trova nella zona Tamil e che durante la guerra fu rifugio della popolazione civile. Qui pregherà ancora una volta per la pace e la convivenza tra popoli di diverse religioni.
Approfondimenti su José Vaz, «il più grande missionario che l’Asia abbia mai prodotto». | Tempi.it